Sono davanti al mio fisso su cui gira una Debian con la faccia da Mate che mi arrovello (moderatamente) perché da circa tre mesi Roberta, braccio armato della nostra associazione e webmaster promossa sul campo (tecnicamente, per parità di genere, il termine giusto sarebbe webmistress, ma non so perché, le associazioni mentali che mi genera questa parola…), mi sta sollecitando perché scriva qualcosa da mettere sul nuovo sito del RiminiLUG.

Da talentuoso procastinatore professionista quale sono sto riuscendo per l’ennesima volta (a proposito, grazie Mark Z. per il tuo meraviglioso mondo virtuale evapora-tempo) a scansare l’impegno, quando purtroppo mi cade l’occhio in basso a destra e mi rendo conto che più o meno in questo periodo, quattordici (14 in cifre) anni fa un piccolo gruppo di sfigati nerd, del quale ovviamente io non potevo non far parte, aveva già consumato un considerevole quantità di bionde, ovviamente birre (tautologia, stante il nerd di cui sopra). Tema dell’arrovellamento: creare un gruppo di utenti Linux per la realizzazione della locale edizione del LinuxDay; così, come sicuramente scriverà fra cinquant’anni un illuminato storico dell’epoca moderna, nacque, nell’autunno del 2003, quello che sarebbe diventato il famosissimo RiminiLUG.

Immediatamente odo la mia voce interiore (una delle molteplici che parlano alle mie molteplici personalità, almeno stando a quanto dice il nostro psicanalista…) chiedermi:

– Ilario, sono quattordici anni, cioè centosessantotto mesi, cioè cinquemilacentoquattordici giorni ovvero 1001010111010011000 minuti e ancora sei qua a perder tempo con Linux e l’Open Source, ma ti rendi conto!? (N.B. se hai deciso di verificare la correttezza del numero binario, sappi che avresti potuto far parte a pieno titolo del gruppo originario di cui sopra, e non è detto che sia una bella cosa)

– Ebbene si – le rispondo (in questo dialogo che tanto farebbe felice Freud) – mi rendo benissimo conto!

Perché in effetti adesso che ci rifletto mi rendo benissimo conto della non banalità dell’esistenza delle centinaia di persone che sono diventate soci, per tempi brevissimi o per anni, e di quelle incontrate in tutte le manifestazioni e incontri, lezioni, corsi e LinuxDay e InstallationParty e fiere dell’elettronica.

E mi tornano in mente tutti i posti che abbiamo colonizzato da nomadi senza sede fissa e i tempi di stanca in cui ci siamo guardati in faccia in assemblee fiume, decidendo comunque sempre alla fine che valeva la pena continuare, e del lavoro instancabile di tutti i soci, finanziatori con le loro quote in primis, ma soprattutto anima di tutte le iniziative messe in campo e realizzate con il loro impegno totalmente gratuito e volontario.

E allora mi rendo conto che prima del come e del cosa facciamo ho voglia di dirti (si, proprio a te, che, non so perché, hai avuto voglia di leggere questa pagina fino a qui) del perché lo facciamo.

E anche se probabilmente ognuno avrà una sua personale declinazione di questa risposta, mi arrischio a dirti che, condensando e dando corpo a tutti i discorsi, a tutta la gente e a tutte le cose che abbiamo fatto assieme fino ad ora, il filo conduttore sia che tutti noi, in vari modi e in varie maniere vogliamo semplicemente cambiare un po’ il mondo che ci circonda, ma non perdendoci in questioni di massimi sistemi, bensì in un’azione di prossimità, cercando di cambiare e migliorare quello che ci è vicino, il luogo in cui viviamo, il posto in cui lavoriamo, il posto in cui studiamo o mandiamo i nostri figli a studiare.

La voglia e il piacere di condividere gratuitamente la propria conoscenza e crescere in questa mutua condivisione sono il modo in cui lo facciamo e questo comunque prima e a monte di tutte le questioni dense e tangibili. Così, alla fine, Linux, l’OpenSource, il Copyleft e l’associazione stessa sono solo conseguenze logiche e strumenti utili per realizzare questo piccolo cambiamento.

Per questo anche se tanti anni e facce e presidenti e direttivi sono passati, ancora oggi ci troviamo ogni settimana a chiacchierare, sperimentare e provare cose nuove, a scambiarci idee e consigli, a realizzare laboratori di informatica nelle scuole, a organizzare corsi e lezioni, ad aiutare e accogliere chi ha bisogno di un aiuto per una nuova installazione e a fare mille altre semplici cose.

Ecco, molto semplicemente, questo è il RiminiLUG.

Ilario Fiorini, Presidente del RiminiLUG