di Roberta Lombardi

Conosci Alessandro Bogliolo, docente all’Università di Urbino e promotore del coding per lo sviluppo del pensiero computazionale e delle competenze digitali nella scuola italiana?

In seguito alla chiusura precauzionale delle scuole, il prof. Bogliolo ha avuto una delle sue idee geniali: far frequentare agli studenti (e perché no, anche ai docenti) delle scuole superiori uno dei due MOOC Uniurb4HS e UMANODIGITALE, che contengono materiale, attività e verifiche il cui impegno è assimilabile ad una settimana di lezione.

Come dire: ragazzi, invece di perdere tempo su YouTube, Tik Tok e gli altri social per una settimana, datevi una mossa e imparate qualcosa di utile, frequentando un corso di formazione online.

Ho letto il post di Bogliolo su Facebook mentre stavo preparando una serie di esercizi online per gli alunni della 5B sulla mia piattaforma digiscuola.org… perché non si può mica stare a casa l’ultima settimana di febbraio senza fare niente!!! La mia piattaforma non è nemmeno lontanamente confrontabile con i MOOC di Uniurb, ma l’idea è la stessa: fornire contenuti di apprendimento online.

Se hai voglia di continuare a leggere, capirai meglio di cosa sto parlando; forse scivolerò in qualche (inevitabile) considerazione pedagogica, ma cercherò di essere breve.

Una quindicina di anni fa scoprii englishexercises.org, sito tuttora esistente ideato da un maestro spagnolo (un altro genio), che permette di creare classi virtuali ed esercizi online. Per diversi anni usai questo strumento per la didattica della lingua inglese, ma per varie ragioni cominciai a pensare che avrei preferito avere qualcosa di mio, senza dover dipendere da uno sconosciuto. Maniaca del controllo? Sì, vabbè… ma andiamo oltre.

Due ingegneri informatici, genitori di un mio alunno, mi consigliarono Moodle, che per me era del tutto sconosciuto.

Me lo studiai e scoprii che questa piattaforma di apprendimento open source è la più utilizzata nel mondo ed è supportata da una vastissima community. Il che significa un sacco di gente che fa utilissimi video tutorial su YouTube, che racconta come ha risolto un’infinità di problemi e che risponde a tutte le tue domande, spaccandosi in quattro per aiutarti.

L’unico costo che dovevo sostenere era l’acquisto di un dominio + hosting (circa 30 euro all’anno)… oltre ovviamente al tempo per installarlo, imparare ad usarlo, ecc.

Moodle ha saputo unire due mondi basati  sulla diffusione e sulla condivisione della conoscenza: l’open source e la scuola.

Qui ci vorrebbe un discorso fatto per bene e pieno di filosofia, ma finirei per cercarlo su Google e copiarlo da qualcun altro. Quindi lasciamo perdere e andiamo avanti.

Circa otto anni fa installai Moodle sul mio dominio digiscuola.org con l’aiuto dei genitori informatici. Da quel momento cominciai a inserire contenuti sulle mie materie: inglese, matematica, scienze. Formai una classe virtuale ed iniziai ad utilizzare la piattaforma con la mia classe, imparando a comprenderne limiti e potenzialità.

Al lavoro su un esercizio di calcolo della percentuale

Dopo questa fase iniziale, cercai di coinvolgere altri docenti: il mio obiettivo era di formare un gruppo capace di creare contenuti didattici di varie discipline e un gruppo ancora maggiore di docenti interessati ad utilizzare questo materiale nella loro didattica.

Perché ognuno di noi, in vari modi e in varie maniere, e talvolta un po’ ottimisticamente, cerca di cambiare il mondo che lo circonda, cercando di migliorare quello che ci è vicino.

Raggiunsi il mio obiettivo di ampia diffusione della piattaforma Moodle? Ovviamente no.

Riuscii a coinvolgere pochissime colleghe nell’utilizzo di digiscuola.org, principalmente per i compiti estivi di inglese delle loro classi.
Una maestra lo utilizzò in un modo al quale io non avevo assolutamente pensato: dare comunicazioni ai genitori e condividere foto di feste, progetti, ecc. Arrivò Whatsapp e la maestra abbandonò (giustamente) digiscuola.org.

Le cause più rilevanti di questo insuccesso?
Sebbene Moodle non sia estremamente complesso, richiede comunque delle competenze digitali che la maggior parte delle mie colleghe (e delle persone in generale) non ha, perciò necessita di tempo, impegno e un piano serio di formazione.
Inoltre, proprio in quel periodo le mie colleghe si cimentavano con le LIM e i libri di testo digitali, che hanno richiesto anch’essi impegno e formazione, offuscando qualsiasi interesse per Moodle.

Io però non ho abbandonato il progetto! Ho continuato ad utilizzare la piattaforma Moodle con la mia classe, condividendo contenuti, esercizi, ecc. e facendola entrare nella mia pratica didattica a seconda delle necessità.

Come ho già detto, questa settimana le scuole dell’Emilia Romagna sono chiuse per contrastare la diffusione del coronavirus e temo che la cosa non si risolverà in pochi giorni. Digiscuola.org è un ottimo strumento per permettere ai miei alunni di continuare il loro percorso scolastico in una situazione del tutto imprevista.

Lunedì mattina ho creato un corso ad hoc, inglobando gli opportuni video di YouTube ed esercizi di matematica (equivalenze, percentuali, geometria), di inglese (il present continuous), di scienze (il sistema solare), di italiano, di grammatica e di musica (stiamo imparando l’inno di Mameli). Posso controllare il lavoro dei miei alunni (cioè se si stanno dando da fare o se battono la fiacca) e i loro risultati (un esercizio di inglese sul Present Continuous sembra un po’ ostico, forse lo semplificherò).

Screenshot del corso

Nessuna attività su digiscuola.org può sostituire il lavoro quotidiano di una classe, ma l’obiettivo adesso è di non perdere il filo del discorso, di continuare a tenere viva l’attenzione dei bambini sugli argomenti sui quali stavamo lavorando. E non è poco!

Scuole chiuse per il coronavirus? Per fortuna c’è Moodle!